Pedalboard & Setup – Aggiornamento 2019

Pedalboard & Setup – Aggiornamento 2019

Cercando di migliorare ed ottimizzare sempre di più il setup, ho apportato alcuni aggiornamenti.
Ecco quindi ecco un articolo dedicato per fare il punto sulla situazione attuale.

Rispetto alla versione originale la pedalboard V3 ha subito molte modifiche nel corso del tempo, dovute a mutate esigenze sonore e – soprattutto – alle esperienze dirette, che mi hanno portato a cambiare quasi radicalmente la pedalboard.

Partiamo quindi dalla catena effetti attuale.

pedalboard effect chain 2019 | GIAMPAOLO NOTO

L’ingresso va diretto su un buffer, collegato vicino al jack d’ingresso, da qui il segnale viene inviato sia all’out per il tuner sia verso il S/R #1, dove solitamente collego il Whammy.

Il ritorno dal S/R #1 entra nella sezione distorsioni in cui c’è un Muff Ram’s Head ’73 (con alcune modifiche tipo Violet) ed un  G2 (muff al germanio) da qui si passa alla sezione drive con due BK Tube Driver con valvola 12AU7 (Telefunken o RFT).
Entrambe i blocchi (distorsioni e drive) hanno due switch dedicati, uno per accendere o spegnere l’effetto ed uno per scegliere quale usare: G2/RH73 per il distorsore, TD1/TD2 per il drive.
I due blocchi, poi, sono interscambiabili, ovvero posso usare la configurazione MUFF>DRIVE oppure DRIVE>MUFF.

In uscita dalla sezione di dinamica si passa nel primo equalizzatore GE-7 (con enfatizzazione delle frequenze medio-basse) a seguire c’è l’UNIVIBE e poi il secondo equalizzatore GE-7 (con enfatizzazione delle medio-alte).
Il vibe è tra i due EQ perchè tipicamente tende a chiudere un po il suono, ad affogarlo, e così posso usare gli equalizzatori per ridefinire meglio il suono.

Si passa poi nel S/R #2 dove solitamente collego il pedale volume e da qui si torna nella sezione modulazioni con, in sequenza, Chorus CE-2, Flanger Electric Mistress, Phaser Phase 90.
Sia il CE2 sia il Mistress sono stati modificati con l’aggiunta del pot MIX per gestire il blend DEY/WET e poter meglio gestire i due effetti.
Il Phaser non ha il pot mix perchè è già la versione modificata con regolazione Depth che sostanzialmente lavora quasi come un mix.

L’uscita della sezione modulazioni va nel S/R #3, spesso usato per collegare echo o delay esterni, da qui il ritorno va nel mixer di linea custom, usato per miscelare il segnale pulito DRY e i segnali WET in uscita dai due DE-7 (usati in modalità Delay ed Echo).

L’uscita del mixer va verso due buffer (usati come Line Driver) e da qui verso OUT#1 e OUT#2.

Le due uscite possono lavorare in due modalità: DUAL MONO in cui le due uscite hanno lo stesso segnale oppure DRY/WET in cui su un canale c’è il segnale DRY e in uno solo il WET che esce dai delay.

Fuori dalla pedalboard ci sono: Input switch per tenere collegate due chitarre insieme e scegliere quale usare, Tuner,  Fuzz custom (bc109) usato tra chitarra ed input, Wah Wah Reverse anche questo usato prima dell’ingresso in modo da non passare per il buffer, Vibe speed control per poter passare rapidamente da un rate lento a uno veloce, Whammy (S/R#1 ), Volume (S/R#2 ), Echofet Baby (S/R#3 )

Pedalboard V3

 

Per quanto riguarda la configurazione degli amp, da qualche tempo ho abbandonato l’uso di due amplificatori e sono tornato alla singola testata con cassa 2×12.

In alcuni casi affianco alla testata principale un amp Rotary Speaker Custom (di cui vi parlerò prossimamente) utilizzando i due OUT della pedalboard in configurazione DUAL MONO.

La scelta di tornare al singolo amp è dettata da regioni di tipo logistico e di tipo sonoro: il doppio amp è complicato da gestire, da trasportare, da montare (su palchi medio-piccoli) e se la gestione dei due segnali non è fatta con cura, la resa sonora non è quella sperata… soprattutto se i due amp sono microfonati.

Tornando all’amp principale, la testata utilizzata è una HIWATT T40.
Si tratta di una testata della serie Tube Series, basata sulla versione Custom Studio/Stage.
Potenza di uscita 40W che possono essere ridotti a 20W con uno switch sul pannello frontale.
La sezione preamp è costituita da 2 valvole 12AX7 e una 12AU7, mentre la sezione finale è realizzata con quattro EL84.

La cassa invece è una 2×12 Custom con coni FANE.
Per il dettaglio sui coni vi rimando alle recensioni che saranno pubblicate a breve qui sul sito.

pedalboard

Ecco quindi il setup completo.

GPN setup 2019 | GIAMPAOLO NOTO

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5 Commenti

  1. Complimenti Giampaolo- esaustivo come sempre. Ogni volta scopriamo sempre cose più interessanti sulla struttura sonora dei progetti delle tue PB. Spero di poterne realizzare una analoga prima o poi- altrimenti sono destinato a continuare a fare il tiptap sui miei numerosi pedali sparpagliati (ostinatamente tali) ovunque…

    • Grazie Antonio!
      Anche qui si fa un po di tip tap… però alla fine io mi trovo meglio così, senza looper o altri sistemi di programmazione… on/off ad ogni pedale e via!! 🙂

  2. ciao giampe complimenti ancora per l’operato.volevo chiederti una cosa:parli di mix di linea nel post;potresti spiegarmi cosa vuol dire e se è inserito in pedalboard?e poi hai accennato ad un rotary speaker;hai usato un pedale per emularlo oppure autocostruito un rotary vero e proprio?grazie

    • Ciao Gennaro, il mixer di linea è inserito direttamente nella pedalboard ed è sostanzialmente un piccolo sommatore di segnali, con guadagno 1:1, che restituisce in uscita la somma di tutti i segnali in ingresso.
      Lo uso per sommare insieme i segnaly Dry, Echo wet e Delay Wet.
      Per quanto riguardo il Rotary Speaker si tratta di un amp vero e proprio, custom, che ho realizzato e che appena terminata la messa a punto presenterò con un articolo dedicato.

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