Immagino che la maggior parte di quelli che hanno letto il titolo, istintivamente hanno detto: “Vintage, non c’e’ dubbio!”
A me il dubbio invece, di tanto in tanto, viene… e così ho pensato di parlarne un po’ con voi.
Il fatto è che sempre più spesso, si crede che la parola Vintage sia sinonimo di migliore, a prescindere.
A prescindere dallo stato d’uso, dalla tipologia dei materiali usati, dalla manutenzione… e dal resto.
Ma non è così.
Soprattutto nel “nostro” settore, il vintage è – a volte – estremamente sopravvalutato: non si possono decantare virtù sonore soprannaturali e prezzi a quattro cifre, solo perchè il pedale, il cono o l’ampli, hanno qualche decennio sulle spalle… non è così che funziona.
E’ vero che la regola base di ogni mercato dice che se esiste un’offerta è perchè c’è una domanda: il problema, infatti, è nostro (parlo degli utenti finali) avremmo bisogno di un po’ meno integralismo su questi temi e di cominciare a valutare gli strumenti per quello che sono, per la funzione che devono svolgere, con il solo metro di giudizio che abbia un senso, ovvero il suono.
Un piccolo esempio: qualche giorno fa parlavo con il responsabile di uno studio di registrazione di Roma (uno studio di alto livello) e discutevamo proprio su questo tema, ad un certo punto lui mi dice “L’altro giorno dovevamo registrare una traccia con un echo anni 70 ed il chitarrista è andato al volo a prendere il Binson Echorec disponibile qui in studio, quando gli ho detto di usare il Line6 DL4, perchè avrebbe ottenuto lo stesso sound ma ci avrebbe messo molto meno tempo, mi ha guardato sorpreso… quando poi lo ha acceso, mi ha dato ragione!”
Spesso ci comportiamo come quando eravamo piccoli e ci rifiutavamo di mangiare qualcosa senza motivo… salvo poi scoprire, quando eravamo “obbligati” ad assaggiare, che ci piaceva!
AMPLI D’ANNATA ?
Questo discorso raggiunge uno dei sui punti più estremi (e delicati) proprio quando si parla di amplificatori ed in particolare, nel nostro caso, di Hiwatt.
Facciamo una premessa, per evitare equivoci: Hiwatt è Hiwatt, non si discute… è il top… da ogni punto di vista.
Tenendo valida questa premessa, c’e’ però da dire che nei negozi e mercatini si trovano Hiwatt vintage a prezzi oltremodo esagerati: sembra che sia sufficiente avere un Hiwatt degli anni 70 per giustificare un costo da reliquia.
Un amplificatore vintage non è automaticamente un amplificatore superlativo, anzi…
…bisogna considerare che ci sono molti componenti che posso risentire degli anni: valvole, condensatori, trasformatori, collegamenti… e spesso accade che, per riportarlo ad un suono decente, sia necessario sostituire la maggior parte di questi componenti… e a quel punto allora che differenza c’e’ con ad un ampli moderno? la targhetta sul retro con il numero di serie degli anni 70?
Senza parlare del fatto che, seppur sia assolutamente inequivocabile il fatto che un Hiwatt per uno sound alla Gilmour sia il top, ciò non significa però che non si possa ottenere un eccellente sound anche con altre soluzioni.
Nel periodo in cui ho suonato con Blackstar (ad esempio) molti mi chiedevano che Hiwatt avessi, quando dicevo che era un Blackstar, rimanevano a guardare… increduli.
Volendo fare qualche nome, più blasonato del mio (che sono solo un umile chitarraio), provate a guardare uno dei video di Jamie Humphries, cosa trovate come ampli alle sue spalle? o anche Dave Kilminster, nel tour The Wall 2011, cosa aveva come ampli?
E QUINDI ?
E quindi, come ripeto ogni giorno a me stesso e a chi me lo chiede, non esiste una ricetta magica valida per tutti… la ricerca del suono è una via molto personale, che va percorsa fino in fondo, senza avere mai paura di provare nuove strade.
L’unico modo per non essere risucchiati nel gorgo dei pregiudizi e delle false illusioni, è porsi due semplici domande:
– Cerco il suono o l’aspetto ?
– Sono un chitarrista o un collezionista ?
Se la risposta è, in entrambe i casi, la prima, allora non siete affatto obbligati a spendere un capitale per strumenti vintage di marca…
…per tutti gli altri, c’e’ la carta di credito!
P.S.
Ho messo in conto, pubblicando questo articolo, che potrà suscitare pareri anche molto contrastanti… ma in fondo a questo serve il blog… a discutere, anche con vigore, tra amici!
