Le tastiere dei Pink Floyd: A Saucerful Of Secrets

di Attilio De Simone

Il secondo album dei Pink Floyd rappresenta un momento di transizione nella vita del gruppo, determinato dalla necessità di riorganizzare la band dopo l’uscita di Syd Barrett (fino ad allora compositore di quasi tutti i brani precedenti), sia per l’ingresso di David Gilmour, con un approccio chitarristico differente rispetto allo stile di Barrett, più vicino, in quel momento (ma poi il percorso professionale di Gilmour alla chitarra prenderà una strada molto diversa), al linguaggio di Hendrix, che per la ricerca di una figura di riferimento all’interno del gruppo che reggesse il peso di comporre nuove canzoni.

Il risultato di questo momento di incertezza si può ascoltare in “Saucerful”, un album fatto di canzoni molto semplici e di brani molto più complessi dal punto di vista delle atmosfere sonore come “Set the controls” e la mini suite “A Saucerful of Secrets”.
In questo album Wright comincia ad arricchire la propria palette sonora con nuovi strumenti.

Sul versante degli organi, resta fedele al setup del primo disco, cioè al Farfisa Compact-Duo (+ unità echo binson) e all’Hammond M-102 (con la stessa componentistica dei modelli maggiori, B3 e C3 ma composto da due manuali da 3 ottave e mezza).
Come piano acustico è probabile che si sia servito dello Yamaha Grand Piano. Gli strumenti nuovi impiegati nel disco sono un vibrafono (strumento percussivo, simile allo xilofono, ma con l’aggiunta di tubi con delle eliche la cui velocità è gestita da un motore a velocità controllabile che genera un effetto vibrato più o meno intenso) e un Mellotron M400 MarkII.
Questi due strumenti, sono stati impiegati poco dai Floyd, il vibrafono venne sostituito dopo qualche anno dai pianoforti elettrici (che hanno un attacco del suono
percussivo) mentre il Mellotron verrà rimpiazzato dai synth e dalle string machine.

 
Let There Be More Light
Il brano si apre nel classico stile di Wright, sul riff di basso (un semplice pedale in sol di settima) Wright interviene con un assolo modale basato sulla scala di do minore armonica. L’approccio solistico modale di Wright manifesta un amore per la musica jazz. Con questo tipo di scale, il tastierista è riuscito sempre a donare ai brani dei Pink Floyd un sapore misterioso ed arabeggiante che ha spesso fatto da contraltare al pulsare molto preciso e semplice della sezione ritmica.
L’organo utilizzato è l’Hammond. Utilizziamo, quindi il GSi ORGANized Trio, nella classica configurazione dei drawbars jazzistica, il famoso “power trio” alla Jimmy Smith (88800000) senza percussioni ed effetto di chorus/vibrato, giocando un poco sulla modulazione slow/fast dell’organo.
Aggiungiamo un goccio di riverbero applicando a cascata il GSi TimeVerb.
Il risultato lo visualizziamo nell’immagine:

Let1
Possiamo ascoltare un esempio audio di seguito (il basso è stato realizzato con la pedaliera dell’organo, ma in realtà nel disco viene impiegato un basso vero e proprio).

Il brano si conclude con un assolo di chitarra, doppiato sul canale destro da un solo di organo con il rotary in fast e un pianoforte che sottolinea il crash delle percussioni con degli accordi jazzistici.

 
Remember A Day
Il brano, scritto e cantato proprio da Wright, si apre con un’introduzione pianistica molto semplice che successivamente prorompe in accordi staccati in Mi Maggiore (questo tipo di accordi diventeranno un marchio sonoro di Wright, che ascolteremo fino alle esecuzioni di The Great gig in the sky del live Pulse).
Per realizzare il suono di piano utilizziamo il 4Front Piano Module (non ha parametri ma ha un suono di piano di ottima qualità) con il TimeVerb settato con il rapporto dry/wet del tipo 50/50 e ildecay sopra il 60% per simulare le riprese microfoniche da studio tipiche della fine degli anni ‘60.
Ecco la configurazione

Remember1
Di seguito possiamo ascoltare l’introduzione del brano

 
Set The Controls For The Heart Of The Sun
Questo è il brano dell’album che maggiormente è rimasto nell’immaginario collettivo degli ascoltatori, probabilmente perchè è il più suggestivo. Wright utilizza in questo brano il vibrafono e l’organo Farfisa. Per emulare il vibrafono suggerisco di scaricare una libreria dedicata nel formato sound fonts, ce ne sono di bellissime in rete. Circa l’organo Farfisa, visto che vogliamo attenerci alla versione del disco, è possibile ascoltare l’utilizzo di due effetti: un pedale wah wah (che filtra le frequenze dell’organo) e un echo binson. Per emulare il filtro possiamo utilizzare la funzione Passa Banda del Classic Auto-Filter (che funge proprio da wah) settando intorno al 70% il depth dell’LFO, in modo da dare un andamento ciclico al filtro, in aggiunta utilizziamo solo la terza bobina dell’echo settando i paramentri di ComboF, Auto-Filter e e WatCat.

Set_the_controls1
Qui l’effetto sonoro

Voglio sottolineare che il WatCat è davvero un bell’effetto che emula oltre ai pregi, anche i difetti delle unità eco a bobina, accendendolo avremo tutti i rumori di fondo tipici dei nastri analogici. Per ottenere un effetto ancora più spaziale possiamo invertire la catena di effetti, posizionando in sequenza ComboF, WatCat e Auto-Filter.

 
Corporal Clegg
Si tratta di un brano minore, che cerca di assimilare le sonorità tipiche di quel periodo riprendendo la tematica pacifista.
L’intervento di Wright è limitato a qualche accordo di organo.

 
A Saucerful Of Secretes
Questo brano che apre il lato B del disco ed è quello che indicherà maggiormente la strada che intraprenderanno i Floyd negli anni successivi.
In questo brano gli strumenti usati da Wright sono quattro: gli organi Hammond e Farfisa, il pianoforte acustico e il Mellotron. Nella parte iniziale vengono impiegati sia l’organo Farfisa che il Mellotron (il suono impiegato è quello dei brass, varie sovraincisioni). Il suono del Farfisa è arricchito dal vibrato e dall’impiego moderato del delay.
La configurazione sarà quindi ComboF e WatCat come da foto. Creiamo dei picchi improvvisi di feedback incrementando il sustain del WatCat.

Saucerful1

Per il Mellotron impieghiamo il Redtron scaricabile da questo link
https://sites.google.com/site/artifakelabs/
Questo plugin freeware offre delle ottime sonorità di Brass.
Il risultato sonoro è il frutto di incessanti cromatismi che creano varie dissonanze a aumentano/abbassano la tensione del brano.

Segue una parte ritmica a cui Wright da un proprio contributo molto impressionistico schiaffeggiando il pianoforte (esempi dell’esecuzione si possono vedere molto bene nel concerto a Pompei) principalmente sulle ottave basse e su quelle acute.
Il brano si conclude con la famosa sequenza di accordi epica, creata da una struttura di organo e coro di Mellotron.
L’organo Hammond va settato nel seguente modo 008080800. Interessante impiegare l’ORGANized Trio insieme al Tapetronic con preset di coro suonati contemporaneamente su un unico layer, settati come da foto.
Saucerful2

Il risultato lo potete ascoltare qui

 
See Saw
Brano composto interamente da Wright. Questo brano è stato realizzato impiegando il pianoforte per l’accompagnamento ad accordi, l’organo per arricchire la tessitura sonora e sottolineare il ritornello e il Mellotron con i suoni di violini per gli abbellimenti.
Interessante l’impiego delle percussioni melodiche (una marimba?).

 
Jugband Blues
Trattasi dell’ultimo brano di Syd Barrett composto per i Pink Floyd e il contributo di Wright per questo brano è sostanzialmente nullo.
Il brano infatti è composto da una struttura armonica molto semplice con accordi pieni di chitarra acustica, delle percussioni e l’insolita presenza della banda
dell’Esercito della Salvezza (fortemente voluta da Barrett).
In uno dei passaggi finali Wright interviene “piazzando” un accordo di Hammond molto cupo che apre l’intervento della banda.

Le tastiere dei Pink Floyd: The Piper At The Gates Of Dawn

di Attilio De Simone

Prima di iniziare a lavorare sul suono dei Pink Floyd vorrei invitare i lettori a riflettere su una cosa: è praticamente impossibile ricreare un suono identico a quello che ascoltiamo su un album. Questo perchè sono passati oltre 40 anni dalle registrazioni e sono cambiate le tecnologie.
Le tastiere, gli amplificatori, i microfoni, i mixer, i compressori, gli equalizzatori, i registratori, le tecniche impiegate in quel tempo non esistono più. Oggi siamo abituati ad entrare in diretta con una tastiera in un computer e registrare il suono puro o addirittura ad utilizzare un plugin virtuale all’interno di un sequencer. Le differenze sono enormi. In passato tra uno strumento e l’incisione su nastro magnetico bisognava fare un “percorso” audio lunghissimo.

Prendiamo l’esempio di un organo Hammond. L’organo doveva essere cablato al suo amplificatore  leslie, il leslie doveva essere microfonato (la scelta dei microfoni e del tipo di ripresa già determinava nuove colorazioni al suono dell’organo), la ripresa microfonica passava attraverso il mixer che aveva i suoi equalizzatori ed effetti interni (nuovo intervento sul suono), inoltre a questi passaggi potevano essere inseriti ulteriori effetti come compressori, equalizzator, riverberi, ecc.. Tra il suono originario e la registrazione su disco non sapremo mai di preciso cosa sia accaduto. Possiamo presumerlo sulla base dell’esperienza accumulata negli anni, ma la stessa esperienza accumulata ci porta anche a dire che possiamo solo provare a ricreare l’approccio sonoro di un brano, l’intenzione dei musicisti, ma non possiamo copiare in maniera fedele quel suono, perchè si tratta di una registrazione su un disco e non di un suono puro, a meno che non utilizziamo gli stessi strumenti, gli stessi amplificatori e le stesse tecnologie di ripresa e registrazione del suono.

THE PIPER AT THE GATES OF DAWN

Il primo album dei Pink Floyd è figlio dell’esperienza psichedelica dei primi Floyd, maturata durante le lunghissime performances all’UFO club. La strumentazione accreditata a Wright
nell’album è molto semplice: Farfisa Combo Compact, Organo Hammond, Piano acustico e Celeste.
Per emulare questi strumenti utilizzeremo il ComboF, l’Organized Trio e il CV Piano.

Astronomy Domine
Il brano parte con il manager dell’epoca dei Floyd, Peter Jenner, che recita i nomi delle stelle protagoniste della canzone tramite un megafono per emulare l’effetto delle comunicazioni degli astronauti, accompagnato dall’organo Farfisa che cerca di rievocare il suono di un messaggio morse tramite una singola nota acuta (Mi) ribattuta più volte.
Durante il cantato, l’organo di Wright si limita a tessere un semplice tappeto rimarcando le armonie con dei Power Chords molto acuti.
Al termine del passaggio cromatico, l’organo fa ripartire il brano con un fade-in di una sola nota: il Sol#.
Durante il solo di chitarra l’organo accompagna Barrett con un assolo modale molto semplice ma comunque accattivante.
Per emulare il suono del brano useremo il ComboF abbinato al riverbero Classic Reverb, configurati come nell’immagine qui sotto
astronomy_domine

Qui  potete ascoltare l’intro con l’effetto morse di cui abbiamo parlato sopra.

 

Lucifer Sam
Il brano parte con dei fade-in di organo che danno alla parte iniziale della canzone un’atmosfera misteriosa.
Per questo effetto basta collegare un pedale di espressione alla vostra tastiera midi e automaticamente il ComboF associerà la modulazione del volume al pedale.
Il brano si conclude con un assolo di pentatonica minore in Fa#. Anche in questo caso ComboF configurato in questo modo
lucifer_sam

 

Matilda Mother
Ritengo che in Matilda Mother venga utilizzato un organo Hammond nel tappeto che accompagna la strofa e il refrain.
L’assolo centrale invece è un Farfisa con il boost attivato per dare un effetto più aggressivo, ComboF, configurato nel seguente modo
matilda_mother_farfisa

Il solo finale (modale in Mi maggiore) è sicuramente un hammond, emulato con un Organized Trio e configurato così
matilda_mother_hammond

Qui potete ascoltare il solo di organo che chiude la canzone.

 

Flaming
Il brano parte con una dissonanza del Farfisa ottenuta sulle note basse.
Si rimane sempre con il Farfisa che realizza un tema che accompagna la voce di Barrett, ComboF
flaming_farfisa

Nella parte centrale segue un assolo di organo hammond, simile nella struttura a quello di Matilda Mother (Organized Trio)
flaming_hammond
e un solo di pianoforte che rievoca le sonorità di un pianoforte verticale da bar, usiamo il CV Piano.

 

Pow R. Toc H.
Il brano si apre con un solo di pianoforte, in stile jazzistico un po’ incerto, in Sol minore che sfrutta in parte la scala dorica e in parte la pentatonica.
In questo caso useremo il CV Piano, nella parte centrale e nel finale, quando subentra il Farfisa, il ComboF. Circa il suono del Farfisa useremo la stessa configurazione usata per Flaming lavorando però sulla spazialità del suono, cioè facendo muovere il suono lungo il panorama stereofonico.

 

Take Up Thy Stethoscope and Walk
In questo caso Wright usa un Farfisa bello saturo per l’assolo iniziale, noi emuleremo il sound abbinando il ComboF al plugin Effectizer (GSI, lo trovate nella suite di plugins scaricata per accedere al Mrray e all’Organized Trio), in cui avremo attivato l’overdrive valvolare e un goccio di riverbero analogico.
take_up

 

Interstellar Overdrive
In questo brano si alternano varie sovraincisioni di suoni di organo. Molto presente è l’utilizzo dell’eco a bobina. Per emulare questi suoni useremo il ComboF abbinato al WatCat, configurati nel seguente modo
interstellar

Sicuramente in molti passaggi viene impiegato anche un Hammond.
In molti bootleg precedenti e successivi a The Piper è possibile ascoltare versioni molto più ampie di Interstellar, che meglio danno l’idea della sperimentazione dei Pink Floyd.
La versione in studio è molto più “educata” e più breve rispetto alle lunghe suites basate sull’improvvisazione in cui si cimentavano i Floyd.
Nei bootleg possiamo ascoltare un uso dell’effettistica molto più intenso rispetto al disco.

Questo è un esempio di improvvisazione con l’eco a bobina nel file

 

The Gnome
In questo brano, una sorta di fiaba psichedelica caratterizzata dalle sonorità della chitarra acustica e di percussioni curiose, l’intervento delle tastiere è pressoché assente, se si esclude una celeste che accompagna con qualche accordo arpeggiato la linea melodica.

 

Chapter 24
L’organo Farfisa nell’introduzione realizza una tessitura arabeggiante.
Dopo il ritornello, un pianoforte sottomesso sottolinea i passaggi dell’organo.
Due assoli, uno nella parte centrale del brano e uno nel finale, rendono questa canzone molto particolare e ricca di atmosfere speciali.
Qui potete vedere la configurazione dell’organo
chapter_24

e qui potete ascoltare un estratto ispirato al brano

 

Scrarecrow
Per questo brano, l’approccio di Wright è molto simile a quello di Chapter 24. Un Farfisa molto semplice e non trattato accompagna con una melodia molto semplice la voce di Syd Barrett.
Qui potete ascoltare un esempio dell’atmosfera del brano.

 

Bike
Nell’ultimo brano (una sorta di riassunto dell’intero album) non abbiamo spunti interessanti.
Il Farfisa accompagna in modo semplice la voce, raddoppiando il tema e il piano sostiene con un accompagnamento ad accordi pieni la semplice tessitura armonica composta da soli tre accordi: Sol maggiore, Do di settima e Re maggiore.