Le tastiere dei Pink Floyd: Ummagumma

di Attilio De Simone

Ummagumma rappresenta uno degli album più sperimentali dei Pink Floyd ed è una sorta di conferma del percorso intrapreso dopo la fuoriuscita di Syd Barrett dal gruppo a partire da A Saucerful of Secrets: l’abbandono del genere psichedelico verso un territorio sonoro completamente nuovo e inesplorato.
Il disco presenta sperimentazioni sotto tutti i punti di vista.

Il formato del disco è del tutto anomalo, trattandosi di un album doppio molto particolare.

Il primo disco è tratto da registrazioni dal vivo  estrapolate da due concerti del 1969 (registrazioni comunque trattate in studio, in quanto sono state aggiunte alcune tracce vocali).
La scelta dei brani è anch’essa particolare: i Floyd rinunciano a pubblicare le hit più note del gruppo privilegiando quattro lunghe versioni di brani sicuramente tra i meno commerciali: Astronomy Domine, Careful with that Axe, Eugene, Set the Controls fot the Heart of the Sun e A Saucerful of Secrets.
Le esecuzioni rappresentano un ottimo documento di quello che era diventato il sound dei Pink Floyd alla fine degli anni ‘60. Sicuramente a farla da padrone in quel momento storico sono stati la chitarra di David Gilmour e l’organo di Richard Wright.
Il secondo disco contiene invece quattro sezioni, composte singolarmente dai quattro membri dei Floyd. È la prima volta (e forse l’unica?) in cui una band pubblica un album doppio con un disco live e un secondo disco composto da quattro sezioni solistiche dei singoli membri del gruppo.

Anche la veste grafica del disco è molto particolare: la copertina presenta i membri dei Pink Floyd ripresi in varie posizioni a rotazione, con un’immagine che si replica all’infinito, ma con tante variazioni dovute alla rotazione nella posizione dei soggetti, all’interno di un quadro. Il retro invece è rappresentato da una disposizione artistica di tutti gli strumenti impiegati dai Pink Floyd durante i tour di quel periodo. Le foto interne dell’album raffigurano i membri dei Floyd ripresi in situazioni e contesti molto differenti.

Nonostante tutte queste anomalie che avrebbero dovuto rappresentare un ostacolo al successo dell’album, Ummagumma si piazza al quinto posto nella classifica discografica inglese e alla settantaquattresima di quella americana: per la prima volta i Floyd entrano nella Top 100 della classifica statunitense!

Analisi dei brani:

Disco 1: trattandosi di un live, non ci sarà molto da dire, salvo il fatto che nei quattro brani Wright utilizza soltanto l’organo Farfisa Combo Compact-Duo abbinato ad un’unità eco Binson.

Disco 2:  Anche in questo caso, la struttura anomala del disco ci obbliga ad analizzare solo la mini suite composta da Wright in quanto negli altri brani non è presente alcun contributo tastieristico. salvo dei semplici accordi di pianoforte nel brano di Gilmour The Narrow Way part. 3. Da segnalare che The Grand Vizier’s Garden Party rappresenta l’unico contributo compositivo dato ai Pink Floyd da Nick Mason.

Passiamo direttamente al lavoro di Richard Wright: Sysyphus. Ispirato dalla vicenda di Sisifo della mitologia greca, l’opera rappresenta un tentativo riuscito solo in parte di coniugare musica classica, sperimantazione sonora d’avanguardia e sonorità psichedeliche.

Gli strumenti utilizzati da Wright su Ummagumma sono: Farfisa Combo Compact-Duo, un Hammond M-102, pianoforte a coda intera, Mellotron M400 Mark II, un vibrafono.

Sysyphus Part 1:

Ummagumma_1

Il brano è caratterizzato da un andamento molto solenne e pomposo (nell’intenzione di Wright avrebbe dovuto simboleggiare lo sforzo di Sisifo). Il suono è caratterizzato dall’impiego prevalente di tre strumenti che suonano all’unisono: degli ottoni, degli archi e un basso di organo. Ci liberiamo agevolmente del suono di pedale oragnistico suonando sul canale MIDI 3 (quello destinato alla pedialera) l’Organized Trio, impostando i drawbars del manuale Pedals in 88541. Per le sonorità di ottoni ed archi, Wright ha utilizzato un Mellotron M400 Mark II. Per replicare queste sonorità possiamo impiegare il Redtron 400, caricando le librerie proprio del Mark II, in particolare l’MKIIBrass e l’M400 String Session. Attiviamo su entrambi gli strumenti il riverbero e posizioniamo il fader che regola i livelli dei volumi di entrambi gli strumenti al centro in modo tale da equilibrare i loro volumi.

Qui potete ascoltare il risultato

Sysyphus Part 2
Il secondo movimento di Sysyphus è caratterizzato da un passaggio pianistico classicheggiante dall’andamento inizialmente molto delicato che diventa sempre più violento e parossistico fino a diventare esclusivamente rumoristico (con Wright che percuote casualmente i tasti enfatizzando soprattuto le frequenze basse.

Sysyphus Part 3
Il terzo movimento si apre con un lavoro ritmico di due pianoforti posizionati l’uno sul canale destro e l’altro sul canale sinitro con l’intervento di percussioni e di nastri preregistrati.

Sysyphus Part 4
l’ultimo brano di Wright si apre con una prima parte moldo delicata, quasi bucolica e sonnolenta, basata su una tessitura di una scala pentatonica di Si maggiore. Con suoni della natura (uccelli e animali vari) in sottofondo, Wright crea una tessitura costituita da un tema eseguito con un Farfisa Combo Compact duo con il vibrato attivato giocando molto con il pedale dei volumi per dare un respiro ben preciso.

Ummagumma_2

Per ottenere un suono molto delicato ho attivato solo i manuali 16’ e 8’ così come ho tenuto disattivato il suono “Principale”.

Per gli archi, suonati lentamente in bicordi ho fatto di nuovo ricorso al Redtron 400 caricando la libreria MKII 3 Violins, spostando il fader del mixaggio tutto a destra (mi serve un unico suono), attivando il riverbero e agendo sull’inviluppo per determinare un attacco molto lento e un rilascio lungo che desse una coda al suono degli archi, in modo da determinare il tipico respiro delle atmosfere di Wright.

Ummagumma_3

Il suono è stato completato con una libreria freeware di campioni di vibrafono caricati tramite un lettore di campioni in formato sf2 o sfz.

Qui c’é il nostro risultato sonoro.

BLOG 2.0

Anno nuovo, blog nuovo… o almeno aggiornato!

La versione 1.0 del blog aveva fatto il suo tempo ed era necessario un cambio di passo… ecco quindi la versione 2.0

I cambiamenti più importanti, come spesso accade, sono quelli meno visibili, ma che garantiscono al blog (e a chi lo visita) quel salto in avanti di cui c’era bisogno.

L’interfaccia grafica ha subito poche variazioni e (come molti di voi mi avevano suggerito) prende spunto dalla precedente, con qualche adattamento e qualche rinfrescata.

Molto è cambiato invece nella parte non visibile: un nuovo sistema di gestione dei contenuti dovrebbe garantire una migliore organizzazione e gestione dei materiali pubblicati ed è stato ottimizzato il server per i “nuovi” contenuti che a breve inizierò a pubblicare… come le video recensioni.

Il sistema è stato provato in questi giorni, per verificare che non ci fossero malfunzionamenti gravi, tuttavia come spesso accade con cambiamenti così radicali, potrebbe esserci ancora qualche problema di funzionamento: vi chiedo il favore di segnalarmi gli eventuali problemi che dovreste riscontrare, inviandomi una email (info@giampaolonoto.it) o contattandomi tramite la pagina facebook del blog.

Grazie a tutti!