EHX ELECTRIC MISTRESS

C’e’ un effetto che, soprattutto per le sonorità di The Wall, è fondamentale avere nella catena effetti, tanto quanto il Big Muff…
…questo effetto è l’ELECTRO HARMONIX ELECTRIC MISTRESS.

Cominciamo con il dire che l’ELECTRIC MISTRESS è un Flanger prodotto appunto dalla ELECTRO HARMONIX a partire dal 1976.

La prima versione aveva un’alimentazione a 18v (anche con doppia batteria da 9v), i controlli erano RATE, RANGE e COLOR ed uno switch per l’attivazione del FILTER MATRIX attraverso il quale si agiva sull’effetto rotativo (flanged) generando suoni più metallici.
Era realizzato con lo stesso chassis del Big Muff… si nota infatti una forte somiglianza tra i due pedali.

EH mistress1 | GIAMPAOLO NOTO

Successivamente venne realizzata una nuova versione con alimentazione a 9v e con alcune modifiche nella zona LFO/Clock, modifiche che sarebbero poi state usate anche per realizzare la versione Deluxe.

Con la versione Deluxe venne introdotto il nuovo chassis molto più grande (ed ingombrante)… ancora oggi usato.
In questa versione il suono è molto più ricco e permette di raggiungere una gamma di effetti maggiore del precedente, passando dal chorus al vibrato, dal phasing al flanger.

E’ tra l’altro sempre presente anche lo switch per il Filter Matrix
Il Deluxe ELectric Mistress non può essere (a meno di modifiche) utilizzato a batteria.

EH mistress2 | GIAMPAOLO NOTO

Per ovviare ad una serie di problemi tecnici nel 2007 è stato introdotta una nuova versione, lo Stereo Electric Mistress.
La scatola torna ad essere picccola ed i controlli cambiano in RATE, FLANGER DEPTH e CHORUS DEPTH.

Anche lo switch per il filter matrix viene tolto, ma non viene tolto il filter matrix, che viene attivato ora direttamente dal controllo RATE.
In questa nuova versione il Flanger ed il Chorus lavorano in parallelo ed i due suoni vengono miscelati insieme.
E’ presente anche l’uscita Stereo.

EH mistress3 | GIAMPAOLO NOTO

Passando all’uso che Gilmour fa di questo effetto va detto che per le sonorità di The Wall è fondamentale avere un Electric Mistress nella catena effetti.

In realtà David comincia ad usare questo effetto molto prima, con Animals, aggiungendo il Mistress come pedale esterno sulla sua pedalboard: gli esperimenti però si limitarono all’uso dell’Electric Mistress in DOGS.
Gli esperimenti però convinsero molto David e alla fine del Tour la pedalboard venne modificata togliendo l’univibe e mettendo al suo posto proprio l’Electric Mistress.

Come detto l’album in cui il Mistress è usato in modo più “pesante” è The Wall, tuttavia anche successivamente a questo album, Gilmour, non disdegna di inserire saltuarimanete questo fantastico Flanger per caratterizzare alcuni brani.

PARLIAMO DI REVERB

Presentando la pedalboard versione 2, alcuni di voi mi hanno chiesto come mai non fosse presente un reverb.

Scrivendo la risposta, mi è venuto in mente che forse sarebbe stato interessante affrontare (brevemente) il discorso del reverbero, perchè forse non tutto è così scontato come si possa pensare.

Cominciamo con il dire cosa è il riverbero: si tratta di un fenomeno acustico, riconducibile alla famiglia dell’eco, in cui un suono prodotto viene riflesso diverse volte dagli ostacoli posti davanti alla fonte sonora; il numero di ripetizioni ed il loro tempo sono variabili e contribuiscono a creare un’insieme di suoni chiamati appunto riverbero (reverb).

Il reverb viene solitamente usato (nel nostro caso) per rendere il suono più “rotondo”, aumentando la sua spazialità.

Esistono diversi tipi di riverbero, tuttavia i più importanti sono tre:
– Riverbero a nastro
– Riverbero a molla
– Riverbero digitale

Il riverbero a nastro era molto usato negli anni 60 e consisteva in un nastro sul quale erano poste due testine, una fissa ed una mobile, grazie alle quali si creava un effeto riverbero, miscelando i suoni provenienti dalle due testine, poste ad una distanza variabile tra di loro.

Il riverbero a molla è il più usato negli amplificatori (molto probabilmente il vostro ampli usa un riverbero a molla) ed è costituito da una molla attraverso la quale viene fatto passare il segnale audio (tramite un trasduttore); alla fine della molla è presente un altro trasduttore che riconverte il segnale, che viene poi miscelato all’originale generando il riverbero.
Va detto che in questo caso il tempo del riverbero non è modificabile, in quanto è definito dalla lunghezza della molla: è possibile solo definire la quantità di riverbero.

Infine il riverbero digitale, è realizzato attraverso circuiti digitali (microchip) attraverso i quali si digitalizza il segnale e si genera un riverbero (attraverso una memoria RAM) che si miscela con il segnale originale.

Come si usa il Reverb ?

Esistono diveri modi per usare il reverb: in post-produzione aggiungendo direttamente il reverb (digitale) in fase di mixing, in questo modo è possibile controllare molte variabili e decidere la tipologia di reverb da usare, il tempo di ritardo, la quantità e tutte le altre variabili che si desiderano, oppure si può utilizzare il reverb del proprio amplificatore registrandolo in presa diretta, oppure si può utilizzare il naturale riverbero di una stanza usando due microfoni in fase di registrazione, uno direttamente davanti all’ampli ed uno ad una determinata distanza dall’ampli, miscelando i due suoni si ottine un reverb molto naturale.

Reverb si o no ?

Come detto il riverbero è un fenomeno acustico naturale: questo significa che in qualunque posto vi troviate a suonare (garage, pub, auditorium, stadio) ci sarà già naturalmente un reverbero… al quale è preferibile non aggiungerne di altri!

Personalmente non uso molto il reverb (diciamo quasi per niente), perchè trovo che rovini troppo il suono togliendo pulizia e definizione e non comporti grossi miglioramenti, visto che esiste sempre e comunque il riverbero naturale.

Molto meglio usare un doppio delay, utilizzandone uno con un tempo molto corto (quasi come echo) per aumentare la corposità e la spazialità del sound e l’altro con un delay più lungo per il classico effeto di delay digitale.