L’equalizzatore nella catena effetti

Un equalizzatore può essere estremamente utile in termini di creazione del suono, permettendo correzioni molto accurate.

A seconda della modalità operativa, un equalizzatore può essere di due tipi: parametrico o grafico.

Nell’uso che interessa a noi, ovvero all’interno di una catena effetti, si usa maggiormente l’equalizzatore grafico, molto più immediato nell’utilizzo e di facile impostazione.

itunes equalizer3 | GIAMPAOLO NOTO

Un equalizzatore grafico è sostanzialmente composto da una serie di filtri con frequenza e larghezza di banda fisse in cui è possibile variare il fattore di guadagno.
Aumentando o diminuendo il guadagno su una specifica banda si enfatizzano o attenuano tutte frequenze che rientrano in quella specifica frequenza.
In aggiunta ai controlli di guadagno sulle specifiche frequenze è previsto un controllo volume generale, che lavora come gain puro.

Si parla in questo caso di equalizzatore attivo, dato che i vari filtri posso agire sulle frequenze di riferimento, attenuando o aumentando il gain; mentre un equalizzatore passivo (ad esempio la maggior parte delle regolazione dei toni degli amp) lavora solo attenuando, più o meno, una specifica gamma di frequenze.

Tra i pedali per chitarra, l’equalizzatore grafico (attivo) probabilmente più usato e conosciuto è il BOSS GE-7.

BOSS GE71 | GIAMPAOLO NOTO

All’interno di una catena effetti l’equalizzatore può essere posizionato in diversi modi: dopo gli effetti di dinamica (fuzz, muff, drive) per correggere il suono ed avere un boost, oppure a fine catena come equalizzatore generale di segnale per migliorare la resa generale del suono, prima di andare nell’amp o nel mixer.

La prima soluzione, con l’equalizzatore dopo fuzz/muff/drive, è la più utilizzata e sicuramente quella che offre più possibilità di personalizzazione del suono.

La maggior parte degli effetti di distorsione/drive hanno una regolazione dei toni molto grossolana, quasi sempre realizzata con un singolo controllo che permette sostanzialmente di scegliere tra un suono più chiuso o più aperto.
Nella migliore delle ipotesi, ci sono due regolazioni, bass/treble, che agiscono tagliando più o meno i toni bassi o alti.

L’uso di un equalizzatore permette di correggere il suono andando a lavorare in modo specifico e attivo sulle singole bande di frequenza: in questo modo è possibile, ad esempio, aumentare la presenza dei bassi magari in un distorsore troppo acido, o dare un po di respiro ad un muff troppo gonfio, riducendo la risposta delle medio-basse e aumentando la risposta sulle alte.

mid boost | GIAMPAOLO NOTO    treble boost | GIAMPAOLO NOTO

esempio di mid boost (a sinistra) e treble boost (a destra)

Inoltre in questo modo l’equalizzatore può essere utilizzato, con ottimi risultati, come boost puro: aggiungendo un leggero guadagno sulle frequenze medie, si aggiunge corpo al suono, con una maggiore presenza rispetto al mix generale.

 

RTL eq 1 | GIAMPAOLO NOTO

David Gilmour ha sempre fatto un largo uso dell’equalizzatore nella sua costruzione del suono.

A partire dalla metà degli anni 80 in tutte le sue pedalboard c’è sempre stato spazio per uno o più equalizzatori.

Nel setup di PULSE, ad esempio, erano presenti ben 4 Boss GE-7: tre dedicati agli altrettanti Tube Driver ed uno dedicato alla sezione distorsioni, in particolare al RAT.

Nella pedalboard MK1/MK2 e nella versione MK3 realizzate da Pete Cornish ed utilizzate da Gilmour a partire dal 2001, è sempre presente l’equalizzatore BOSS GE-7, posizionato dopo la sezione distorsioni/drive.

Nel setup attuale, quello utilizzato in studio per le registrazioni di Rattle That Lock e poi nei successivi tuor, sono presenti più equalizzatori grafici (BOSS GE-7 o Source Audio Programmable EQ) dedicati ai Tube Driver (e forse anche ad altro).

E’ da notare come Gilmour utilizzi gli equalizzatori in modo estremamente leggero: i controllo hanno regolazioni minime, proprio perchè l’obiettivo non è quello di stravolgere il suono, ma piuttosto di completarlo.

GE7 RTL | GIAMPAOLO NOTO

 

Personalmente trovo l’uso dell’equalizzatore in pedalboard estremamente utile, quasi indispensabile.

Nella mia pedalboard attuale ho due BOSS GE-7, uno impostato con una curva “mid boost” con leggera enfatizzazione delle frequenze medie, ed uno impostato come “treble boost” con un leggerissimo gain sulle frequenze alte.

Il mid boost lo uso come boost sia per i suoni distorti (in particolare in accoppiata con i muff) sia i suoni puliti (in accoppiata con il compressore); mentre il treble boost lo uso per scharire un po il suono quando risulta troppo chiuso (ad esempio con univibe).

GPN pedalboard | GIAMPAOLO NOTO
Giampaolo Noto Pedalboard

 

Digitech Whammy Ricochet

In molti hanno provato, negli anni, a copiare il Whammy, ma nessuno ci è riuscito.
Gli algoritmi ed i processori usati da Digitech rendono il suono del Whammy praticamente inimitabile.

Nella sua versione classica con pedale di espressione il Whammy è arrivato alla 5 generazione, a cui si aggiunge la versione DT ed una serie di pedali compatti ispirati a quel sound.

Fino a poco tempo fa però non era mai stato possibile avere una versione compatta (senza pedale di espressione) del classico Whammy.

Ma alla Digitech hanno trovato il modo di realizzarlo e così è nato il Whammy Ricochet.

ricochet0 | GIAMPAOLO NOTO

Si parte dal presupposto che quasi nessuno utilizza le posizioni intermedie del pedale di espressione di un Whammy; si usano sempre o la posizione iniziale o la posizione finale, il pedale di espressione viene usato per avere una transizione lento o veloce tra i due intervalli.

Partendo da questo presupposto in Digitech hanno trovato un modo interessante e funzionale per togliere il pedale di espressione: un doppio pot (concentrico) gestisce la velocità della transizione da suono normale a pitch shift (e ritorno) e lo switch – che può funzionare anche da pulsante momentaneo – comanda la salita e/o discesa.

Sostanzialmente ci sono due modi di funzionamento:

MOMENTARY ON
L’effetto è attivo fino a quando si tiene premuto il footswitch; lasciandolo si torna alla modalità bypass.
In questa modalità viene usato un bypass con buffer.

MOMENTARY OFF
L’effetto passa da attivo a bypass ogni volta che si preme il footswitch, con il classico funzionamento on/off.
In questa modalità viene utilizzato un True bypass.

ricochet1 | GIAMPAOLO NOTO

Lo chassis è molto robusto in metallo.

I comandi ben evidenti e comodi da usare sono:

  • doppio pot concentrico BALLISTICS per definire la velocità di salita e discesa della transizione
  • pot PITCH per selezionare il tipo di intervallo di pitch shift
  • switch RANGE per decidere la direzione del pitch shift (alto o basso)
  • switch MOMENTARY per decidere se usare il pulsante come momentaneo o no

Ci sono inoltre una serie di 9 led che permettono di avere una rappresentazione visiva dell’andamento del pitch shift.
Quando l’effetto è in modalità bypass, i led mostrano ciclicamente (ogni 2 secondi) la direzione verso cui è impostato il pitch shift.

Sui lati ci sono i jack di IN e OUT mentre nella parte alta dell’effetto c’è il jack DC per l’alimentazione (9VDC 300mA)

Il Whammy Ricochet ha due modalità operative: Classic mode (con il classico algoritmo Whammy) e Chord mode (l’algoritmo usato dal Whammy DT); la modalità classica è quella più utilizzata negli assoli dato che lavora sulle singole note, la modalità chord è polifonica ed è utilizzata quando si suonano più corde contemporaneamente.
Di default il Ricochet è impostato in Classic mode.

ricochet2 | GIAMPAOLO NOTOricochet3 | GIAMPAOLO NOTO

Da un punto di vista sonoro, il Whammy Ricochet sembra avere un pitch shift notevolmente migliorato, molto veloce e preciso.

Il pot concentrico ballistics permette una regolazione molto accurata dei tempi di transizione (andata e ritorno), offrendo molte possibilità per sperimentare configurazioni interessanti.

Per chi (come me) usa il Whammy sempre con pedale di espressione aperto o chiuso senza usare mai posizioni intermedie, non si sente affatto la mancanza del pedale di espressione.
Anzi, l’uso è più immediato e rapido.

Di seguito qualche test audio.

Short Pitch Shift
Pitch Shift 1 OCT UP
Shift & Return 0%

Mid Pitch Shift
Pitch Shift 1 OCT UP
Shift & Return 50%

Long Pitch Shift
Pitch Shift 1 OCT UP
Shift & Return 100%

Marooned (short clip)
Pitch Shift 1 OCT UP
Shift & Return 25%

In conclusione.

Giudizio assolutamente più che positivo per questo Whammy Ricochet: un suono estremamente preciso e definito, con tantissime possibilità di configurazioni diverse che non fanno mai sentire la mancanza del pedale di espressione.

Insomma, tutta la bellezza del Whammy, in metà spazio! (forse anche un terzo)