KEEP TALKING – PULSE TOUR

Nell’ultimo periodo ci sono stati molti nuovi visitatori nel blog e (fortunatamente) molti di questi si sono poi iscritti al blog, entrando a far parte di questo pazzo gruppo di musicisti, musicanti e musichieri.
Visto che forse i nuovi amici non hanno avuto la pazienza di andarsi a rileggere tutti gli articoli del blog (anche perchè cominciano ad essere molti!), ho pensato utile rispolverare (in parte) un vecchio articolo e riprendere la vecchia e buona usanza dei “momenti di ascolto”

Nell’analizzare a fondo chitarra, amplificatore, effetti, tracolle e quant’altro ci viene in mente, rischiamo a volte di perdere di vista quello che secondo me è il vero motivo per cui queste cose hanno un senso: fare musica.
Magari si rischia di passare giorni interi a capire quale è il miglior modo di collegare i pickup o quale manico scegliere o di che colore fare la tracolla, dimenticando spesso di prendere la chitarra in mano e suonare.

Proprio per questo motivo cerco di intervallare i vari articoli e commenti del blog con momenti di “ascolto” dell’arte di Gilmour e dei Pink Floyd.

Ho pensato, questa volta, di ascoltare Keep Talking dal Pulse Tour, perchè a breve vorrei pubblicare un articolo nel quale si parla della talk box…
…trovo che in questa versione di Keep Talking, David abbia dato un (ennesimo) grandioso esempio di come si usa questa tecnica.

PINK FLOYD – KEEP TALKING – PULSE TOUR

Steve Rothery parla di David Gilmour

Sul numero di settembre di Classic Rock, c’e’ un articolo di tre pagine nel quale si parla di David Gilmour e della sua esibizione con Jeff Back.

Nella terza pagina dell’articolo c’e’ una interessante intervista a Steve Rothery, chitarrista dei Marillion e autore di diversi progetti da solista, che parla di David Gilmour.

SteveRothery2 | GIAMPAOLO NOTO

“Tutti i miei chitarristi preferiti, hanno quell’aspetto emozionale nel loro modo di suonare nel quale Gilmour si specializza: sustain lungo e linee melodiche.

Sostanzialmente, si tratta di suonare quello che la canzone richiede e niente di più.

Se qualcuno suona veloce per una ragione, va benissimo, ma la velocità priva di senso non ha mai fatto molto per me.

Molto di quello che Gilmour fa riguarda le sensazioni, l’emozione e l’atmosfera.

Si tratta di quella capacità che lui ha, di mettere qualcosa in una canzone che la eleva e quasi ne aumenti il senso, che contribuisca in modo che anche ascoltandola più e più volte, trasmette sempre e comunque una emozione.

Non si tratta solo di assoli, si tratta di cosa e come si suona l’intera canzone.

E David Gilmour, in questo, è uno dei maestri.”

Steve Rothery