Il setup HIWATT usato da Gilmour

Parlando con un amico (vero Piero?) mi veniva in mente che sarebbe stato interessante approfondire il discorso sul setup Hiwatt usato da Gilmour, soprattutto nei live.

Sappiamo tutti ormai che, per quanto riguarda gli amplificatori, il nome di Gilmour è legato ad Hiwatt… anzi per essere più precisi, è legato al modello DR-103 Hiwatt.

Abbiamo visto anche, a grandi linee, come viene impostato generalmente l’amplificatore.

Ma come viene usato poi questo amplificatore on stage?

 

Diciamo innanzitutto che, come tutti i musicisti, anche Gilmour ha modificato continuamente il proprio setup, soprattutto live, nel corso degli anni.

Fin dagli inizi Gilmour ha utilizzato testate Hiwatt con casse Wem 4×12… e fin dagli inizi c’e’ stata una sperimentazione continua sul numero di testate utilizzate: capita infatti molto spesso di vedere immagine di Gilmour con alle spalle rack di 3 testate Hiwatt.

gilmour hiwatt 1 | GIAMPAOLO NOTOgilmour hiwatt 2 | GIAMPAOLO NOTO

 

Questa sperimentazione è andata avanti nel corso degli anni, trovando probabilmente il suo culmine nel tour del 1994 The Division Bell.

Nel tour del 1994, infatti, Gilmour è arrivato ad utilizzare contemporaneamente sei (si proprio sei!) testate Hiwatt, divise in due distinti rack da tre testate ciascuno.

gilmour hiwatt 3 | GIAMPAOLO NOTO

Nel primo rack c’erano tre testate Hiwatt DR-103 con gli ingressi normal/brillant linked ed il preamp scollegato (modifica realizzata da Cornish). Una delle tre testate veniva usata come backup e quindi era scollegata.

Le altre due pilotavano due distinte casse: una 4×12 WEM Super Starfinder con coni FANE Crescendo ed una 4×12 Marshall con coni Celestion G12M. Per aumentare la spazialità dello stereo sul canale sinistro era aggiunto un chorus (Boss Ce-2

Nel secondo rack invece c’erano tre testate slave Hiwatt STA-100 (ovviamente sempre senza preamp, dato che nello slave non è proprio previsto).

Di queste tre testate, due venivano usate con i Doppolas (speaker rotanti) ed una era dedicata all’Heil Talk box.

gilmour hiwatt 4 | GIAMPAOLO NOTO

Come detto, nel tour del 1994  Gilmour ha toccato probabilmente il culmine della complessità con sei testate… dopo questo tour è tornato a configurazioni meno spinte, con setup più simili a quelli dei primi anni.

Nel 2006 in occasione del tour On an Island, Gilmour ha modificato nuovamente il proprio setup, tornando a “solo” tre testate Hiwatt DR-103 con la variante, però, di utilizzare il premp stesso della testate.

Ognuna delle tre testate era collegata ad una cassa WEM 4×12, due testate erano dedicate al segnale normale ed una al sistema Sound On Sound.

Questo setup con tre testate è lo stesso utilizzato poi anche nella maggior parte dei live degli anni successivi, fino ai più recenti.

gilmour hiwatt 5 | GIAMPAOLO NOTO

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11 Commenti

  1. Ciao a tutti, ho recentemente acquistato il preamp Almebic che costruisce Peppe Scioglio…sono rimansto basito!! In termini costruttivi il preamp è perfetto, la componenstica è di primissima scelta e cablaggi ordinatissimi!! Il risultato è grandioso, messo direttamente sul finale di uno dei miei DR504 Vintage è una goduria!! Se lo si prova in questa combianzione (direttamente sul finale) difficilmente si ritorna ad usare il premap Hiwatt…e parliamo del preamp Hiwatt mica di noccioline…per cui immaginate voi la qualità dell’oggetto!! Giuseppe mi ha predisposto il preamp con due canali identici ma differenzioandoli con due valvole selezionate da lui…una 7025 strepitosa( la mia preferita) e una ecc83 un po più aggressiva per avere suoni leggertmente più distorti!! Io lo consiglio a tutti quelli che cercano i suoni di Dave dalla fine degli anni 80 in poi..(ad esclusione del 2006)!! I suoni puliti sono molto ma molto dinamici e l’equalizzazione del preamp permette una scelta tonale vastissima..si interfaccia perfettamente con qualsiasi tipologia di pedale…. Ragazzi è un grande oggetto e spendo anche una parola per elgogiare Giuseppe: bravissimo tecnico molto molto competente..è riuscito a ricreare alla perfezione un oggetto magnifico!!! Consigliatissimo!!

  2. Grazie Giampaolo,
    sapevo che saresti stato moooooooooooolto esaustivo.
    Grande come sempre!
    (dal “Piero” citato nell’articolo 😉 )

  3. Nemmeno in senso tecnico. La testata poteva essere utilizzata sia come in origine sia con un pre esterno entrando nell’ingresso aggiuntivo che va’ direttamente allo stadio finale del dr103.

    • Da quello che so io, invece, Cornish stesso ci mise le mani… insieme con Phil… e il preamp venne staccato; anzi volendo usare le parole dello stesso Cornish: scollegato (“…preamps disconnected”)

  4. Il preamp originale non e mai stato staccato fisicamente ma solo bypassato inserendo in ulteriore ingresso che va direttamente al finale del dr103 mantenendo la funzionalita’ del volume della testata.

    • Infatti quando utilizzava l’Alembic F-2B come pre non c’era alcun Link fra gli ingressi proprio perche’ il Preamp delle testate DR103 era bypassato.

      Non so come ma potrei mettere a disposizione lo schema elettrico dell’ingresso, che permetteva di utilizzare alternativamente il Pre originale o uno esterno.

  5. GW: What is David’s workhorse amp on the road?

    Phil Taylor : As I mentioned, he likes his initial signal to be very clean. To achieve this he uses a mid-Seventies Alembic F2-B bass preamp and the power stage of six 100-watt Hiwatt heads. The Alembic F2-B is a very straightforward unit — it has a bright switch, volume, bass, middle and treble controls. We, however, have altered it just a little bit. We put an extra tube in the preamp secton to give it a little more drive, lowered the impedance in the output and changed the capacitor in the bottom end to eliminate some of the lows, because it was very boomy through closed-back cabinets. His stage speaker system consists of two WEM 4×12’s with Fane Crescendo speakers, two Marshall 4×12’s and three custom-made rotating speaker cabinets we call “doppolas.”

    GW: How did you stumble upon the Alembic preamp? It seems a strange choice.

    Phil Taylor: We bought a bunch of them back in the early Seventies for Roger Waters’s bass system. One day we decided to use one to power Dave’s Yamaha RA-200 revolving speaker system, and discovered that the amp just generated a nice warm tone. It shouldn’t really be a surprise — it basically uses a Fender circuit.

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