Il Flanger Electric Mistress

Recentemente ho aggiornato la mia pedalboard con un nuovo flanger, perchè ero alla ricerca di un suono più morbido e meno invasivo rispetto a quello che avevo.
Come sempre, prima di procedere con l’upgrade ho fatto test e prove di approfondimento ed ecco, quindi, un articolo dedicato.

Il flanger è un effetto di modulazione che si realizza sommando al segnale originale, lo stesso segnale con un ritardo di qualche decina di millisecondi, il leggero ritardo tra i due segnali fa si che, quando vengono miscelati, le frequenze che si trovano in opposizione di fase vengono cancellate, generando così i tipici punti di risonanza ed assenza di suono; modulando poi il ritardo tramite un LFO ed aggiungendo una linea di retroazione si ottengono i tipici suoni del flanger.

Uno dei flanger più conosciuti, e che qui più ci interessa, è l’Electric Mistress della Electro-Harmonix, che venne prodotto per la prima volta tra il 1975 ed il 1976.
Negli anni seguenti vennero realizzate molte diverse versioni del pedale, sia in versione standard sia in versione Deluxe.

EH mistress11 | GIAMPAOLO NOTOEH mistress2 1 | GIAMPAOLO NOTO

Fin dalla sua prima uscita l’Electric Mistress venne subito utilizzato da Gilmour: già nel tour di Animals del 1977 se ne vede uno (probabilmente un V2 del 76) poggiato sulla pedalboard vicino ad un Muff Ram’s Head

Animals1 | GIAMPAOLO NOTO

Successivamente Gilmour utilizzò molto l’Electric Mistress nel tour di The Wall e nelle registrazioni di The Final Cut.

Recentemente il pedale è tornato a fare la sua comparsa nel setup di David Gilmour durante le registrazioni del disco Rattle That Lock e del successivo tour.
| GIAMPAOLO NOTO FX Rack 3 | GIAMPAOLO NOTO

Sia nel setup dello studio Medina sia nel rack del tour live si vede in bella mostra un Electric Mistress vintage che sembrerebbe essere proprio il V2 del 1976.
Nel setup live il Flanger è vicino ad un mixer parallelo Lehle, molto probabilmente utilizzato per sopperire ai problemi di abbassamento volume tipici dei Mistress vintage dei primi anni.

Lehle Gilmour | GIAMPAOLO NOTO

Soprattutto in ottica di ricerca del Gilmour sound va tenuto presente che, proprio per la tipicità del suo funzionamento, ogni versione dell’Electric Mistress ha un funzionamento diverso e, a volte, anche a parità di versione, due pedali lavorano in modo differente.

Questa forte variabilità è fondamentalmente dovuta ai differenti circuiti BBD utilizzati: il Mistress originale utilizzava l’integrato SAD1024 che però nel corso del tempo è diventato obsoleto e, soprattutto per produzioni industriali, non più utilizzabile; si è passati quindi all’uso di altri chip (R5106, 3007, 3207, …) con una conseguente forte differenza in termini di suono e funzionamento.

Per questo motivo è difficile definire delle impostazioni predefinite per un sound alla Gilmour.
Si può invece cercare di capire in che modo venga utilizzato, in modo da poter ricreare poi un suono simile, con il proprio flanger.

Il flanger può essere utilizzato sia per simulare un effetto Rotary Speaker (a fine catena o magari in un setup biamp aggiunto su un solo amp) sia per aggiungere una modulazione morbida e fluida.

Quello che maggiormente interessa è l’uso del flanger in ottica modulazione morbida, dato che per avere un effetto rotary Gilmour si è affida quasi sempre ad amplificatori rotanti veri e propri, come il Leslie o lo Yamaha RA.

In ottica quindi di modulazione leggera, il flanger viene impostato con RANGE basso che, a seconda del tipo di pedale, è tra lo 0 ed il 40%, mentre il COLOR (o FEEDBACK) è impostato solitamente in un range tra il 30% ed il 60%; il RATE invece è variabile e risente molto del pedale usato e del brano suonato.

Un paio di esempi dei setup usati da Gilmour nel tour RTL e nello studio Medina.
(i potenziometri sono, da sinistra a destra, RATE, RANGE e COLOR)

GIlmour Flanger RTL | GIAMPAOLO NOTO GIlmour Flanger MEDINA | GIAMPAOLO NOTO

Infine, come sempre, voglio ribadire che, per cercare un sound “alla Gilmour” non ci vogliono per forza gli effetti che usa Gilmour, è importante invece capire come funziona uno specifico effetto per poi ricercare quello specifico  suono con gli effetti che si hanno o con quelli che si vogliono comprare, magari cercando quello con la BBD che più si avvicina ad un Mistress vintage, visto che oggi in commercio ci sono tantissimi Flanger, molti dei quali profondamente ispirati proprio all’Electric Mistress.

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5 Commenti

  1. Buongiorno.
    Anche io posseggo un mistress del 1978, un mistress nuovo modello XO e un moderatore eleclady.
    Sicuramente il 1978 e quello con la pasta sonora migliore però l’eleclady si interfaccia meglio con qualsiasi altro pedale, non a caso ho iniziato a usare il mooer perché siccome ho una pedaliera piuttosto grande circa 18 pedali, i problemi tra uno e l’altro sono innumerevoli.
    Ad esempio i flanger ehx sia il nuovo XO sia il mistress 1978, se alzo la manopola range oltre ore 10 si innesca una frequenza acuta ciclica, questa cosa con mooer non succede lui rimane sempre silenzioso.
    A tal proposito chiedo se qualcuno di voi ha qualche spiegazione.
    Ribadisco questa frequenza acuta e ciclica in base al rate si enfatizza più aumenti il range difatti con tale manopola sotto ore 10 non è udibile.
    Grazie

  2. Il mistress, è uno dei pochi effetti del suono gilmourish che non è mai stato replicato in maniera fedele da nessun’altro pedale, se non dall’Hartman Flanger prima serie che usava il chip Reticon SAD1024.
    Tuttavia anche l’Hartman non aveva “quel” suono ben centrato.
    Io ho avuto tanti Electric Mistress, ma i migliori rimangono i vecchi small box e deluxe fino al 1981, anno della versione small box a 9V, quella che infine ho scelto di tenere nella mia board.
    Delle versioni deluxe quello che preferisco è il cosiddetto “green”, che è quello che si avvicina di più al suono degli small box (IMHO).
    Comprai il green 9V ovviamente usato, e con un piccolo difetto: distorceva sull’attacco della plettrata. Molto deluso, soprattutto perchè pagato molto, in un primo momento mi sono rassegnato a convivere con il problema, poi, informandomi bene sul web sulla funzionalità dei trimmer, ho segnato le posizioni iniziali con un pennarello, e ho provato a muoveri avanti e indietro con minimi spostamenti, ed è bastato un minimo movimento di uno dei trimmer dei quali adesso non ricordo più i nomi/funzione, per far sparire il fastidioso clipping.
    Altro upgrade che si può fare, è la sostituzione dei condensatori elettrolitici, ormai vecchiotti, e un cablaggio migliore soprattutto nelle connessioni dai jack al circuito stampato e dal circuito all’interruttore.
    Dimenticavo, il primo intervento in assoluto è stato montare un interruttore nuovo per il true bypass, perchè come molti circuiti vintage, causano un notevole degrado del segnale da spenti.
    Ultimo intervento, un piccolo circuito di preamp a JFet, fatto con 4 componenti, attivo solo a effetto inserito, per eliminare il famoso e fastidioso calo di volume, problema soprattutto sentito negli small box.
    Anche dopo tutti gli sbattimenti, il pedale è lungi dall’essere perfetto, rimane comunque un pedale rumoroso, con uno swoosh che si sente sempre in sottofondo (sembra quasi il rumore del mare in lontananza mixato con un battito cardiaco)
    Il segreto sta nel ridurre questo rumore al minimo, ma eliminarlo è impossibile.
    Se si ha questa pazienza, si viene ripagati da una modulazione unica, che a prescindere dai suoni gilmourish, è proprio molto bella, e insisto, non riproducibile, se non con molta approssimazione, da altri apparecchi.
    Buon flanger a tutti!

  3. Anch’io sono un felice possessore del green ma lo trovo molto rumoroso, probabilmente ha qualche difetto, si sente un colpo quando termina il ciclo della fase.

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